CONSIDERAZIONI SULLE SOCIETA' PROFESSIONALI E SULL'EQUO COMPENSO
Le novita' introdotte in materia di societa' professionali ed equo compenso sono novita' non di poco conto e che motivano qualche riflessione.
La possibilitA' di dare vita a societA' multidisciplinari e con soci di capitale, con le limitazioni previste dal provvedimento, va salutata, a mio avviso, con favore da parte dellA avvocatura. I timori paventati da certa parte della categoria, ivi compreso il CNF, contro questa apertura sono frutto di una concezione desueta della professione, legata ad un modello organizzativo inattuale, superato dai tempi e di fatto contrario agli interessi della categoria. Certo E', infatti, che gli avvocati sono stati finora ingiustamente penalizzati dal divieto di partecipare ad aggregazioni professionali multidisciplinari, e dunque a dare vita ad organizzazioni di lavoro basate sulla interdisciplinariet?, come pure dal divieto di assumere la carica di amministratori, laddove queste opportunit? erano e sono invece concesse alle altre professioni.
Anche l ' avvocatura, e chi la rappresenta, deve prendere atto che il futuro delle professioni non pu? prescindere da due fattori determinanti: le specializzazioni e l ' organizzazione multidisciplinare del lavoro. Il futuro, che lo si gradisca o meno, e' nella integrazione culturale ed organizzativa, il mero pensiero di potervisi sottrarre e' del tutto illusorio, non piu' rispondente alle esigenze attuali e future di concepire la professione di avvocato.
Quanto alla presenza di soci di capitale, v ' e' in primo luogo da rilevare che nella maggior parte delle realta' territoriali questa eventualita' pare del tutto marginale. In secondo luogo, non e' detto che essa debba inevitabilmente comportare effetti negativi se correttamente applicata. In altri termini, la possibilita' di dare vita a societa' multidisciplinari e con soci di capitale va considerata come una opportunita', non un pericolo. E stara' all ' avvocatura vigilare perche' non vi siano distorsioni applicative.
Il provvedimento in questione costituisce anche il riconoscimento delle ragioni della posizione lungimirante ed avveduta assunta a suo tempo dall ' ANF, tra le poche associazioni che hanno spinto in questa direzione, nella logica di una professione interattiva e moderna che da altre parti ci si ostina invece ad ostacolare richiamando principi che la societa' contemporanea ha di fatto gia' disapplicato.
In termini positivi va valutata anche l?introduzione del cd. equo compenso, introdotto con l ' obbiettivo, come si legge nella relazione annessa al testo normativo, di porre rimedio "a talune situazioni di squilibrio nei rapporti contrattali tra professionisti legali e clienti cd. forti individuati nelle imprese bancarie e assicurative nonche' nelle imprese diverse dalle PMI, come definite sulla scorta dei parametri europei. Il provvedimento, fortemente auspicato, interviene a porre dei limiti allo strapotere dei cd.