Il tempo e' galantuomo ... Il XXXII Congresso Nazionale Forense si accinge a passare in archivio.
Il XXXII Congresso Nazionale Forense si accinge a passare in archivio. Sara' ricordato per la conclusione del percorso dell' OUA e per l 'avvio di quello dell ' OCF, acronimo cui dovremo ormai abituarci, ossia Organismo Congressuale Forense, che si appresta dunque a sostituire quell'Organismo Unitario che tale in fondo non e' mai stato, men che meno negli ultimi anni. Volendo commentarne l ' esito, si potrebbe dire, ricordando un tal Cocciante, che era gia' tutto previsto, segnatamente l'approvazione della cosidetta mozione dell'Agora', che ha portato appunto alla nascita dell'OCF ed al contestuale dissolvimento dell'OUA, rilevatosi ormai nei fatti non piu' in grado di assolvere al suo ruolo ed alle sue funzioni. Per una serie di ragioni l'Organismo e' progressivamente venuto meno alle aspettative generali e praticamente tutti erano e sono stati concordi sul fatto che fosse ormai da considerare un ' esperienza chiusa. Nella sua relazione il presidente uscente dell'OUA, Mirella Casiello, ha cercato di motivare le ragioni di un epilogo cosi' amaro, ma la sua e' stata una difesa, per quanto appassionata, del tutto fuori tempo massimo. Se avesse usato le stesse parole forti un paio di anni fa sarebbe stata piu' credibile nel prosieguo del suo mandato e probabilmente avrebbe trovato qualche sponda concreta su cui fare affidamento. Cosi? non e' stato, per scelte politiche proprie dell'Organismo che ha finito per trovarsi in un isolamento pressoche' totale, indifendibile sotto ogni aspetto. Anche in casa ANF, che pure all'OUA ha dato negli anni linfa e sostegno attraverso colleghi del valore di Piazza, Leonardi, Paparo, etc., alla fine si sono prese le distanze, con una delibera assunta a marzo che ne ha segnato il definitivo distacco. E dunque, non poteva che andare cosi', perche' quella dell'Agora' era nei fatti quasi l'unica proposta in campo, ben supportata dalla maggior parte degli Ordini, da talune Associazioni e ben considerata dal CNF, che in tal modo ha visto andare positivamente in porto il progetto di far sua anche quella rappresentanza politica dell'avvocatura che da qualche anno a questa parte rientrava nelle sue mire. Ed e' proprio questo il risultato piu' importante portato a casa dal CNF, che in tal modo viene a concentrare in se ogni e qualsiasi facolta', dopo quelle normativa e regolamentare, amministrativa e giurisdizionale, ora anche la rappresentanza politica. Se tutto questo sara' un bene per l'avvocatura sara' il tempo a dirlo, anche se l'andamento del Congresso nella sua fase conclusiva, quella dell'approvazione delle mozioni "politiche" ha destato molto sconcerto, atteso che tutte o quasi le mozioni proposte da soggetti "non allineati" sono state dichiarate inammissibili da una Commissione che ha finito col dare spazio solo a quelle "gradite". Ad esempio, l'aver messo in votazione una mozione, quella contro l'ammissione dei soci di capitale nelle societa' professionali e multidisciplinari, che nessuna pertinenza aveva col tema congressuale, escludendone una di senso contrario proposta dal giovane collega Giovanni Bertino, del Direttivo Nazionale ANF. Incoerenza della Commissione Mozioni o deliberato intento di non dare spazio a voci dissonanti ? Non minori perplessita' hanno provocato le modalita' di approvazione delle mozioni, con la rinuncia ad avvalersi del sistema di votazione elettronica, col quale era stata approvata la mozione dell'Agora', per passare ad una votazione palese per alzata di mano, con buona pace della segretezza del voto. Per questa palese violazione di elementari regole di partecipazione democratica la rappresentanza dell'ANF si e' dissociata dal prosieguo dei lavori abbandonando la Sala plenaria del Palacongressi di Rimini. Per quanto siano segnali non molto confortanti, va dato tempo al tempo, che e' galantuomo e ci dira' presto se la strada prescelta sia o meno la migliore per tutti. Marcello Pacifico Presidente ANF