Il 14 gennaio davanti al TAR Lazio la discussione dei ricorsi contro il Regolamento Elettorale
Vigilia elettorale agitata per l'avvocatura italiana che si appresta a rinnovare i Consigli degli Ordini forensi. A poche settimane dall'elezione dei nuovi organismi, il regolamento del Ministero della Giustizia è nell’occhio del ciclone. Al centro delle contestazioni c’è, nella nuova normativa, il mancato rispetto delle minoranze, in almeno apparente contrasto con quanto previsto invece dal nuovo ordinamento forense. Il Tar del Lazio con un’assai sintetica pronuncia ha da una parte respinto la richiesta di sospensiva, ma dall’altra ha motivato il no richiamando la disposizione della legge professionale che assegna a ogni avvocato la possibilità di esprimere voti per non più di due terzi dei posti di consigliere. A differenza del regolamento che, utilizzando la leva della parità di genere, allarga la possibilità di voto alla totalità dei posti. «Il Tar del Lazio – sottolinea il Segretario ANF Ester Perifano - con la decisione inaudita altera parte in merito alla richiesta di sospensiva sul regolamento elettorale forense, ha sostanzialmente confermato le indicazioni delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, riconoscendo sussistente l’obbligo di osservanza da parte degli Organi competenti del principio del voto limitato a 2/3. È urgente, a questo punto, un intervento del ministro Orlando che rimedi alla infelice formulazione del regolamento, rendendolo rispettoso del principio riconosciuto e confermato dal Tar. Diversamente, si rischia il caos». «Il Tar del Lazio – continua Perifano – pur rigettando la sospensiva richiesta, è stato chiaro nell’indicare una linea: quella del rispetto del disposto del comma 3 dell’articolo 28 della riforma forense, ovvero espressione di voto limitata a due terzi dei consiglieri, purtroppo azzerato dal regolamento ministeriale, ma previsto, invece, a garanzia di un pluralismo all’interno dei Consigli dell’Ordine degli avvocati. Attendiamo con fiducia - aggiunge Perifano - l’udienza di sospensiva del 14 gennaio prossimo sul nostro ricorso, ma in ragione della necessità di evitare pericolose fughe in avanti, che potranno condurre solo ed esclusivamente a impugnative a gogò, chiediamo che il ministro Orlando, in regime di autotutela, provveda rapidamente ad una correzione delle norme errate, in modo da restituire forza e dignità alle voci dissonanti, e soprattutto garantire adeguata tutela della democrazia”. Oltre che dall'ANF il Regolamento in questione è stato impugnato anche dall'ANAI di Maurizio De Tilla, dai Sindacati Avvocati di Bari e Busto Arsizio e da vari avvocati a titolo personale. Sono prannunciati vari interventi ad adiuvandum da parte di altri organismi dell'avvocatura. Alcuni dei ricorsi sono disponibili nella sezione DOCUMENTI di www.anfpe